I limiti della tolleranza
La lotta contro l'intolleranza ha i suoi limiti. Combattere
contro la nostra intolleranza non significa dover accettare ogni visione del
mondo e fare del relativismo etico la nuova religione europea. Mentre educhiamo
i nostri concittadini e in particolare i nostri figli a una tolleranza aperta,
dobbiamo allo stesso tempo riconoscere che ci sono abitudini, idee,
comportamenti che sono e devono restare per noi intollerabili. Ci sono valori,
tipici della visione del mondo europeo, che rappresentano un patrimonio cui non
possiamo rinunciare. Decidere e riconoscere ciò che, pur in una visione del
mondo tollerante, rimane intollerabile per noi è il genere di confine che gli
europei sono chiamati a tracciare ogni giorno, con senso di equità e col
costante esercizio di quella virtù che, da Aristotele in poi, i filosofi
chiamano Prudenza. Dal punto di vista filosofico, prudenza non significa
riluttanza a rischiare, e non coincide con la codardia. Nel senso classico di "phronesis",
la prudenza è capacità di governare e disciplinarsi mediante l'uso della
ragione, e come tale è stata considerata una delle quattro virtù cardinali ed è
spesso associata a saggezza e intuizione, alla capacità di giudicare tra azioni
viziose e virtuose, non solo in senso generale, ma con riferimento alle azioni
opportune in un dato tempo e spazio. Deve essere possibile, nel corso della
nostra comune guerra all'intolleranza, essere sempre in grado di distinguere
tra il tollerabile e l'intollerabile. Deve essere possibile decidere come
accettare una nuova pluralità di valori e abitudini senza rinunciare al meglio
del nostro patrimonio europeo.
Umberto Eco