I limiti della tolleranza

16.09.2020

La lotta contro l'intolleranza ha i suoi limiti. Combattere contro la nostra intolleranza non significa dover accettare ogni visione del mondo e fare del relativismo etico la nuova religione europea. Mentre educhiamo i nostri concittadini e in particolare i nostri figli a una tolleranza aperta, dobbiamo allo stesso tempo riconoscere che ci sono abitudini, idee, comportamenti che sono e devono restare per noi intollerabili. Ci sono valori, tipici della visione del mondo europeo, che rappresentano un patrimonio cui non possiamo rinunciare. Decidere e riconoscere ciò che, pur in una visione del mondo tollerante, rimane intollerabile per noi è il genere di confine che gli europei sono chiamati a tracciare ogni giorno, con senso di equità e col costante esercizio di quella virtù che, da Aristotele in poi, i filosofi chiamano Prudenza. Dal punto di vista filosofico, prudenza non significa riluttanza a rischiare, e non coincide con la codardia. Nel senso classico di "phronesis", la prudenza è capacità di governare e disciplinarsi mediante l'uso della ragione, e come tale è stata considerata una delle quattro virtù cardinali ed è spesso associata a saggezza e intuizione, alla capacità di giudicare tra azioni viziose e virtuose, non solo in senso generale, ma con riferimento alle azioni opportune in un dato tempo e spazio. Deve essere possibile, nel corso della nostra comune guerra all'intolleranza, essere sempre in grado di distinguere tra il tollerabile e l'intollerabile. Deve essere possibile decidere come accettare una nuova pluralità di valori e abitudini senza rinunciare al meglio del nostro patrimonio europeo.

Umberto Eco

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