Il reddito di base (seconda parte)
Il reddito di base assicurerebbe la massima crescita economica? Certamente no e per fortuna. La crescita è stata regolarmente presentata come il rimedio autoevidente alla disoccupazione ma sussistono forti dubbi sul fatto che una crescita sostenibile sia possibile e auspicabile nei paesi ricchi. Il reddito di base offre una soluzione alternativa che non si affidi a una folle corsa per tenere il passo con la crescita della produttività. "Verrà un tempo" ha scritto John Maynard Keynes "in cui la crescita non sarà più la via da percorrere, poiché scopriamo sempre nuovi sistemi per risparmiare forza lavoro, e li scopriamo troppo in fretta per riuscire a ricollocare quella forza lavoro altrove. Quindi dovremo fare di virtù necessità: mettere il più possibile in comune il lavoro superstite. Dobbiamo tornare a porre i fini avanti ai mezzi, e ad anteporre il bene all'utile. Dobbiamo onorare chi può insegnarci a cogliere meglio l'ora e il giorno, quelle deliziose persone capaci di apprezzare le cose fino in fondo". Keynes non si aspettava, forse, che il tempo di un serio ripensamento arrivasse così presto. Per muoversi nella direzione da lui auspicata il reddito di base è un modo agevole e intelligente. Rende più facile per le persone ridurre l'orario di lavoro, perché riduce le perdite alle quali andrebbero incontro e garantisce loro un reddito sicuro su cui contare. Contrasta dunque alla radice il problema di quanti stanno male perché lavorano troppo e di coloro che stanno male perché non trovano un lavoro. La strategia che si fonda sul reddito di base persegue l'obiettivo di offrire una possibilità reale di trovare un buon lavoro retribuito per tutti coloro che lo desiderano. A spese dei consumi materiali? Nei paesi sviluppati senz'altro. E volutamente: perché la nostra economia deve essere non solo efficiente, ma anche sana. E perché ciò sia possibile, dobbiamo non solo organizzare la nostra economia in modo che non faccia star male la gente, ma anche adottare uno stile di vita sostenibile e generalizzabile. Il reddito di base incondizionato è il presupposto di entrambe le cose.
Philippe Van Parijs e
Yannick Vanderborght (2017)
(fine seconda parte)