La legge è uguale per tutti?
La conclusione, a dir poco, choccante di alcuni recenti processi e, in particolare, l'assoluzione di Marcello Dell'Utri e la severissima condanna di Mimmo Lucano mi hanno confermato, se ce ne fosse stato bisogno, l'attualità di due canzoni scritte dal sottoscritto, non ancora ventenne, sul tema della giustizia. Di conseguenza mi è venuta voglia di riproporne, qui di seguito, i testi. Ma non date loro troppo credito: sono state scritte quarant'anni fa...
Cinquecento
Lo chiamavano Cinquecento,
era il figlio del padrone della Fiat.
Un ragazzo dal cuor contento:
dove andava ti portava l'allegria.
Ere un tipo davvero in gamba
con la stessa vocazione di papà.
L'han trovato tagliato a pezzi come un bue,
con la testa divisa in due.
Quattro giorni dopo il delitto
gli inquirenti hanno arrestato un manovale.
Era un tipo molto sospetto:
una volta aveva offeso un cardinale.
Gli hanno dato trent'anni e un mese
però dopo ne hanno condonati tre.
La giustizia come sempre infine trionfò
e la collera si placò.
E passarono quindici anni
da quel giorno che la Corte sentenziò
quando un certo Cerù Giovanni
poco prima di morire confessò:
"Per vent'anni io fui l'amante
della moglie del padrone della Fiat
ed il padre del ragazzo sono proprio io:
Cinquecento era figlio mio!"
E la moglie dell'industriale
alla fine fu costretta a confermare,
l'avvocato del manovale
disse: "Adesso è tutto quanto da rifare!"
E anche il giudice fu d'accordo
quindi assolse prontamente l'imputato.
Cinquecento, adesso è chiaro,
non c'è dubbio ormai,
è finito sotto il tranvai.
Alì Babà
Tre giorni fa,
in un bazar,
nella regione di Salè Salam,
quaranta ladri un po' straccioni
han fatto un colpo
veramente grosso.
In pieno giorno,
pistole in pugno,
han rapinato un ricco gioielliere.
Un buon bottino, quattrocento lire,
dieci lire a testa
non son poche, sai.
Inoltre, poi, portaron via
tre mezze lepri in una polleria.
E la gente subito ha pensato:
"Un simile reato
non lo sopportiamo!
Per punire questo gesto infame
chiameremo qua
il prode Alì Babà".
Ed infatti il giustiziere arriva
e, in poco tempo, ti sistema tutto.
Trova i ladri dentro una caverna,
li cattura tutti,
li fa giustiziare
e tutto a posto va.
Il giorno dopo
il Gran Visir
della regione di Salè Salam
doveva fare alcune spese
ma si trovava a corto di denaro.
Però frugando
nella cassaforte
riuscì a trovare cinque o sei miliardi.
Erano i fondi per la costruzione
di cinquecento case popolari
ma il Gran Visir se ne fregò
e tutti i soldi in tasca si ficcò.
E la gente subito ha pensato:
"Un simile reato
non lo sopportiamo!
Per punire questo gesto infame
chiameremo qua
il prode Alì Babà".
E così lo mandano a chiamare
ma la madre dice:
"Lui non può venire.
Per cercare tutti quei ladroni
si è stancato troppo,
stamattina è morto.
Evviva il Gran Visir!"