L'altra metà del capitalismo (ultima parte)

09.11.2020

Questa donna che le ragazze prematuramente sono, chi è? Quale ne è la figura? Venendo alle figure contemporanee della femminilità, vorrei mostrare il vero meccanismo sessuato dell'oppressione capitalistica moderna. In effetti, non si tratta più per nulla, come nel mondo della tradizione, di una subordinazione diretta al contempo reale e simbolica (marito e matrimonio) della moglie-madre in relazione all'uomo-padre. Si tratta di far vivere ovunque l'imperativo "vivi senza Idea". Ma i sentieri di questo imperativo non sono gli stessi, se si tratta di piegarvi i figli o le figlie. Che la vita possa essere la vita senza Idea, ovvero la vita stupida (soggettività imposta dal capitalismo globalizzato) si ottiene dai giovani maschi con l'impossibilità del divenire adulto, con l'eterna adolescenza consumatrice e concorrenziale. Al contrario, dalle giovani femmine si ottiene attraverso l'impossibilità di restare figlia, di rimanere nella gloria della ragazza, e attraverso un divenire donna prematuro che orienta il cinismo del divenire sociale. Che cosa vuole la società contemporanea, consegnata al mostro capitalista? Vuole due cose: se possiamo comprare i prodotti del mercato, che li compriamo; se non possiamo, che ce ne stiamo buoni. Per l'una e l'altra cosa, bisogna esser privi di ogni idea di giustizia, di ogni idea di un altro futuro, di ogni pensiero gratuito. Ma ogni vero pensiero "è" gratuito. E poiché, nel mondo che è nostro, conta solo ciò che ha un prezzo, allora non bisogna avere né pensieri né idee. Solo così si può obbedire al mondo, che ci dice: "Consuma se ne hai i mezzi, se non li hai chiudi la bocca e sparisci". Solo così si può avere una vita completamente disorientata e ripetitiva, perché la bussola dell'Idea è sparita. La società tradizionale è completamente diversa, perché essa impone una convinzione, e dunque un'Idea. L'oppressione non sta nel fatto che occorre vivere senza Idea, ma che vi sia un'Idea obbligatoria, generalmente religiosa. Il suo imperativo è: "Vivi con quest'Idea e nessun'altra". Mentre l'imperativo contemporaneo è, lo ripeto: "Vivi senza Idea". Per questo, da quarant'anni, si parla di morte delle ideologie. In fondo, l'imperativo tradizionale è: "Sii un uomo identico a tuo padre, una donna identica a tua madre, non cambiare mai Idee". Mentre l'imperativo contemporaneo è piuttosto: "Sii l'animale umano che sei, pieno di desideri piccoli e senza nessuna Idea". Ma verso questo addestramento dell'animale individuale, i percorsi non sono gli stessi (per lo meno oggi) a seconda che si sia di sesso femminile, una figlia, o di sesso maschile, un figlio. Diciamo che il figlio vivrà senza Idea per non aver saputo sostenere la maturazione di un pensiero. Mentre la figlia vivrà senza Idea per aver sostenuto troppo presto e senza mediazione una maturità vana quanto ambiziosa. Il nostro problema iniziale, quello delle ragazze nel mondo contemporaneo, diviene ora molto più chiaro. Dobbiamo esplorare quali effetti la prematurazione possa avere, a quale prezzo si paghi la potenza capitalista che ha posto fine alla ragazza a vantaggio della ragazza-donna. Alla ragazza-donna si chiede di proporre, dell'individualismo concorrenziale e consumistico, una versione dura, matura, seria, legale e punitiva. Per questo, dunque esiste un femminismo borghese e dominatore. Ciò che questo femminismo rivendica non è affatto la creazione di un nuovo mondo; ma la consegna del mondo così com'è alla potenza delle donne. Questo femminismo esige che le donne siano giudici, generalesse d'armata, banchiere, amministratrici d'azienda, deputate, ministre e presidenti. E che anche per coloro che non hanno incarichi simili, vale a dire la quasi totalità delle donne, la norma dell'eguaglianza delle donne e del loro valore sociale sia di questo genere. In questa direzione, le donne sono considerate come un esercito di riserva del capitalismo trionfante. In fondo, l'idea è che non solo le donne possono fare tutto quello che fanno gli uomini, ma che, nelle condizioni del capitalismo, possono farlo meglio degli uomini. Saranno più realistiche degli uomini, più accanite, più tenaci. E perché? Proprio perché le figlie non debbono più diventare le donne che sono, mentre i figli non sanno come diventare gli uomini che non sono. Parecchie donne, però, non si rassegnano affatto al destino contraddittorio della "donna del capitale". In realtà, molto più che degli uomini, è di quel che, in fatto di liberazione, viene loro proposto dal capitale che le donne devono oggi diffidare. Non so quel che le donne inventeranno nel passaggio in cui ora si trovano. Nutro in loro la massima fiducia. Quello di cui mi sento certo, senza neppure sapere a fondo perché, è che inventeranno una nuova ragazza. Sarà questa ragazza a proporsi di divenire la nuova donna, la donna che le donne non sono e debbono divenire.

Alain Badiou (fine)

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