Lo sguardo severo dei ragazzi
Sono passati oltre tre decenni dal giorno in cui governi e scienziati hanno iniziato a incontrarsi in pubblico per discutere la necessità di ridurre le emissioni per evitare i rischi del collasso climatico. In questi anni abbiamo sentito infiniti appelli all'azione che citano "figli", "nipoti" e "generazioni a venire". Ci hanno detto che glielo dovevamo, ossia agire rapidamente e accettare il cambiamento. Ci hanno avvertito che stavamo tradendo il nostro più sacro dovere, cioè proteggerli, e che ci avrebbero giudicato molto male se non agivamo. Beh, nessuna di queste richieste angosciate è parsa convincente, almeno per i politicanti e per le aziende loro finanziatrici che avrebbero potuto agire con decisione per fermare lo scombussolamento climatico che tutti stiamo vivendo oggi. Anzi, da quando sono iniziati questi incontri tra i governi nel 1988, le emissioni globali di anidride carbonica sono salite ben più del 40 per cento e continuano la scalata. Il pianeta si è riscaldato di circa un grado da quando abbiamo iniziato a bruciare carbone su scala industriale e la temperatura media è in piena rotta per quadruplicare questo dato prima della fine del secolo. L'ultima volta che c'è stato tanto biossido di carbonio nell'atmosfera gli esseri umani non esistevano ancora. E i figli e i nipoti e le generazioni a venire che sono stati evocati in maniera tanto indiscriminata? Non sono più meri pretesti retorici: ora parlano (e urlano e scioperano) per conto proprio. E si esprimono in un nascente movimento internazionale di giovani e in una rete globale di creature che comprende anche tutti quegli incredibili animali e meraviglie naturali di cui si sono innamorati spontaneamente, solo per scoprire che stavano sparendo uno dopo l'altro. E così, come previsto, questi giovani sono pronti a emettere il proprio verdetto morale sulle persone e sulle istituzioni che già erano a conoscenza del pianeta pericoloso e saccheggiato che avrebbero ereditato, eppure hanno deciso di non fare nulla. Sanno cosa pensare di Donald Trump negli Stati Uniti e di Jair Bolsonaro in Brasile, di Scott Morrison in Australia e di tutti gli altri leader che mettono a fuoco il pianeta con leggerezza insolente mentre negano dati scientifici talmente elementari da poter essere compresi senza sforzo anche da bambini di otto anni. Il verdetto è altrettanto severo per quei leader che ci propinano onesti e commoventi discorsi sulla assoluta necessità di rispettare gli accordi climatici di Parigi e "rendere di nuovo grande il pianeta ( Emmanuel Macron in Francia, Justin Trudeau in Canada e tanti altri) per poi ricoprire di sovvenzioni, facilitazioni e licenze proprio i giganti degli idrocarburi e dell'agribusiness che causano il collasso ecologico. I giovani di tutto il mondo stanno portando alo scoperto il cuore della crisi climatica mentre esprimono la profonda nostalgia per un futuro che credevano di possedere ma che sta progressivamente svanendo ogni giorno in cui gli adulti non agiscono con la consapevolezza che viviamo in un'emergenza. E questa la forza del movimento climatico giovanile: diversamente da tanti adulti in posizione di potere, non sono ancora stati addestrati a occultare sotto il vocabolario della burocrazia gli incalcolabili rischi odierni. Ai ricchi e potenti del World Economic Summit di Davos che la elogiavano perché ridava speranza Greta Thunberg ha replicato: "Non voglio la vostra speranza....Voglio che abbiate paura. Voglio che la sentiate come la sento io ogni giorno, Voglio che agiate. Voglio che agiate come fareste in caso di crisi. Voglio che agiate come se la casa stesse andando a fuoco, perché è così". A quella selezionata folla di grandi manager, facce famose e politici che parlavano di devastazione climatica come se fosse un problema di generalizzata miopia del genere umano, ha replicato: "Se tutti sono colpevoli allora non si può accusare nessuno e invece qualcuno va accusato.....Alcuni, certe aziende, certi specifici incaricati delle decisioni sanno esattamente quali valori inestimabili hanno sacrificato pur di continuare ad ammassare quantità inimmaginabili di soldi". Dopo una pausa per prendere fiato ha aggiunto: "E credo che molti di voi qui presenti appartengano a quel gruppo di persone".
Naomi Klein (2019)