Per una giustizia globale (quarta parte)
Il rapporto tra le economie nazionali, da 500 anni a questa parte, è sostanzialmente un rapporto predatorio. I paesi che, in conseguenza di diversi accidenti storici, furono tra i primi a costituire le reti internazionali su cui si fonda l'attuale sistema commerciale le plasmarono in modo da garantire che la ricchezza arrivasse dai partner commerciali più deboli alle loro economie. In generale questo schema ha resistito, superando sia la transizione dalla coercizione informale al colonialismo formale sia il ritorno dal colonialismo alla coercizione informale (uno stato delle cose generalmente indicato come "indipendenza"). Ci sono due temi su cui riflettere se si vuole capire perchè alcune nazioni continuano a essere povere mentre altre diventano ricche. Il primo è rappresentato dalle regole che governano gli scambi e la valutazione delle risorse, il secondo tema è la bilancia commerciale tra le nazioni. Anche se in pochi sono riusciti a capirlo gran parte del debito internazionale del mondo povero è la conseguenza di un commercio impari. Se una nazione desidera comprare merci all'estero e non possiede valuta straniera con cui comprarle deve prendere in prestito il denaro che le serve: essa pertanto contrae un debito internazionale. Può estinguere il debito solo guadagnando valuta estera, che cerca di procurarsi esportando le proprie merci. Se non riesce mai a guadagnare dalle proprie esportazioni quanto spende per le importazioni il suo debito comincia ad accumularsi. Quando ciò accade la nazione deve procurarsi sempre più valuta estera con cui pagare gli interessi. Questo significa che, a meno che non riesca a far aumentare il valore delle proprie esportazioni, deve chiedere prestiti sempre maggiori che la fanno precipitare ulteriormente nell'indebitamento. Più si indebita (e maggiori sono, quindi, gli interessi che deve pagare) meno denaro potrà investire per sviluppare la propria economia e produrre merci da esportare. E' facile capire, pertanto, come le nazioni povere siano rimaste intrappolate nel circolo vizioso del debito. I due enti internazionali che dovrebbero aiutare le economie in difficoltà sia a evitare il debito sia a venirne fuori sono il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale. Di fatto, la maggioranza dei loro clienti è indebitata fino al collo, molto più di quanto lo fosse prima dell'intervento di tale istituzioni. Non c'è dubbio che alcuni governi abbiano generosamente contribuito all'indebitamento del proprio stato con la corruzione e la cattiva gestione tuttavia i paesi che hanno seguito alla lettera le istruzioni dell'FMI e della Banca mondiale si sono resi conto che si stavano indebitando quanto i paesi bollati come irresponsabili da quelle agenzie. Si può, in realtà, dimostrare che le nazioni che hanno maggiormente ottemperato alle prescrizioni sono tra quelle che hanno subito lo sfacelo economico più violento. Come i vincitori della Seconda guerra mondiale predisposero i sistemi di sicurezza internazionale per loro più convenienti, così i vincitori della guerra commerciale che si combatteva nel medesimo tempo si assicurarono che il sistema bancario mondiale consolidasse ed espandesse il loro potere. Il sistema che misero a punto prevede che più una nazione debole precipita nel debito, più può essere costretta a fare ciò che esse le impongono. L'indebitamento, in altre parole, non solo impoverisce economicamente una nazione ma la impoverisce anche politicamente.
George Monbiot (2003)
(fine quarta parte)