Per una giustizia globale (seconda parte)

21.05.2020

Non c'è, a livello globale, nulla che limiti concretamente la possibilità dei ricchi e dei potenti di controllare le vite dei poveri e dei deboli. Le Nazioni Unite, per esempio, il cui scopo è promuovere la pace, i diritti umani e la giustizia internazionale, sono controllate dai cinque principali vincitori della Seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Russia, la Francia e la Cina. Queste nazioni esercitano il diritto di veto non solo sugli affari del Consiglio di sicurezza dell'ONU ma anche su ogni cambiamento sostanziale in seno all'intera organizzazione. Ciò significa che a favore dei deboli non verrà adottata nessuna misura a meno che non favorisca anche i forti. La Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, il cui compito consisterebbe nell'aiutare le nazioni impoverite a costruire e difendere le loro economie, sono gestiti in base al principio: un dollaro, un voto. Per approvare una risoluzione importante o rettificare i loro criteri operativi c'è bisogno di una maggioranza dell'85 per cento. Gli Stati Uniti, che da soli possiedono più del 15 per cento delle "azioni" in entrambe le organizzazioni, possono bloccare una risoluzione appoggiata da ogni altro stato membro. Ciò significa, in pratica, che i due enti perseguiranno nel mondo in via di sviluppo solo le politiche che vanno a vantaggio dell'economia statunitense e degli interessi dei suoi speculatori finanziari anche quando sono in aperto conflitto con i bisogni dei poveri. Se volete considerare accettabile questa distribuzione del potere fate pure ma per favore non vi dichiarate democratici. Se vi considerate democratici dovete ammettere che c'è bisogno di un cambiamento radicale. In parte come conseguenza della dittatura degli interessi acquisiti, in parte a causa della corruzione e del malgoverno, dell'inuguaglianza e della distruttività di un sistema economico che dipende, per la propria sopravvivenza, dalla continua perpetuazione del debito la prosperità perennemente promessa ai poveri dal mondo ricco è perennemente incapace di concretizzarsi. Quasi metà della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno; un quinto con meno di un dollaro. Nonostante l'eccedenza globale di cibo 840 milioni di persone sono ufficialmente considerate malnutrite perché non possiedono il denaro per comprarlo. A 100 milioni di bambini viene negata l'istruzione elementare, un terzo degli abitanti del mondo povero muore per cause che potrebbero essere evitate quali malattie infettive, complicazioni dovute al parto e malnutrizione. La stessa percentuale non ha sufficiente accesso all'acqua potabile a causa della scarsità di investimenti, dell'inquinamento e dell'utilizzo eccessivo di acqua da parte dell'agricoltura industriale. Gran parte dell'agricoltura del mondo povero è stata deviata dalla produzione di cibo per le popolazioni locali all'alimentazione del bestiame necessario a rifornire di carne le popolazioni più ricche. Naturalmente sarebbe sbagliato incolpare di tali ingiustizie solo gli stati, le imprese e le istituzioni del mondo ricco. Nel mondo povero c'è una gran quantità di governi brutali e repressivi che hanno impoverito e minacciato i loro popoli e distrutto le risorse naturali. Tuttavia, come la crescita della popolazione è spesso impropriamente indicata quale causa principale dei problemi ambientali del mondo per l'ovvia ragione che è il solo impatto ambientale di cui si possano accusare i poveri, così la corruzione e l'oppressione di alcuni governi del mondo povero sono state impropriamente identificate come cause principali dell'impoverimento. Robert Mugabe, un brutale autocrate che ha defraudato lo Zimbabwe della democrazia, assassinato gli oppositori politici e ridotto alla fame la popolazione, ha arrecato agli africani un danno che è poca cosa paragonato a quello inflitto dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale, i cui "programmi di adeguamento strutturale" sono stati tra i principali impedimenti allo sviluppo del continente negli ultimi 20 anni. In effetti molti paesi che accusiamo di gestione economica incompetente sono completamente controllati dall'FMI. Grazie a quell'ente sono intrappolati in un ciclo di carenza di investimenti. Dal momento che non possiedono scuole, ospedali e reti di trasporti di buon livello la loro posizione economica continua a peggiorare e ciò, a sua volta, li lascia senza i mezzi per procurarsi il denaro necessario a fornire quei servizi. Eppure l'FMI impedisce loro di aumentare la spesa pubblica e li costringe, invece, a utilizzare il denaro per ripagare i debiti. Debiti che, come molti analisti finanziari oggi riconoscono, non potranno mai essere pagati: nonostante il trasferimento netto di ricchezza naturale dal mondo povero a quello ricco degli ultimi 500 anni i poveri sono ritenuti debitori di 2,6 migliaia di miliardi di dollari nei confronti dei ricchi. L'FMI, che lavora a stretto contatto con il Tesoro americano e le banche commerciali, usa la leva del debito per costringere le nazioni povere ad abbassare le difese contro le attività più predatorie degli speculatori finanziari e delle imprese straniere.

                                                                                                                 George Monbiot (2003)

                                                                                                                   (fine seconda parte)

Gianni Vannini - Blog politico
Tutti i diritti riservati 2020
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia