Riparliamone

23.04.2020

Il caso "Immuni", cioè la app che dovrebbe aiutare a individuare e isolare tutti coloro che sono venuti a contatto con persone positive al Coronavirus, mi induce, sia pure obtorto collo, a tornare sull'argomento pandemia. Ho già avuto modo di fare considerazioni di vario tipo su molti aspetti della vicenda e quindi, nell'occasione, mi voglio concentrare esclusivamente su un'unica questione che si lega indirettamente a quella di "Immuni" e cioè la mancanza di tamponi anzi, per l'esattezza, la mancanza dei reagenti necessari per completare il processo diagnostico del tampone. Non si è ancora capito il vero motivo della difficoltà a reperire queste sostanze e l'interrogativo si fa ancora più pressante se si pensa che, da mesi, ci stanno dicendo che tutti i nostri problemi saranno risolti quando avremo a disposizione un vaccino sufficientemente sperimentato contro il Covid 19. Questa affermazione sembra sottintendere che, al momento che il vaccino sarà pronto, non ci sarà nessuna difficoltà a reperirne una quantità sufficiente per distribuirlo a tutta la popolazione. Perchè, dunque, è così difficile procurarsi i reagenti e non altrettanto un, per ora solo ipotetico, vaccino? Se qualcuno asserisse che c'entrano qualcosa gli interessi economici delle case farmaceutiche sarebbe un creatore di fake news? Tornando alla app "Immuni", anche prescindendo dalla poca chiarezza sui motivi per i quali è stata preferita ad altre app in circolazione e dai legittimi dubbi sulla gestione dei dati sensibili e sul fatto che questi dati vengano effettivamente cancellati dopo l'uso consentito, mi sorge un'altra domanda ed è quella relativa ai costi di questa come di altre operazioni orchestrate allo scopo di circoscrivere il numero delle persone su cui eseguire lo screening: non sarebbe costato meno se, fin dall'inizio, si fossero concentrate le risorse economiche per garantire l'acquisizione del materiale necessario ai tamponi e (evitando le interminabili diatribe su chi avesse la priorità per eseguirli) si fosse proceduto a farli a tappeto su tutta la popolazione?  E, sopratutto, questo non avrebbe portato a un più rapido e completo isolamento dei positivi ed evitato una inutile e stressante quarantena alla maggioranza degli italiani? In questi giorni, tra l'altro, sta diventando più frequente la pratica dei cosiddetti test sierologici che permettono di stabilire chi è già in possesso degli anticorpi al Covid 19. Mi pare evidente che l'estensione di questo test al maggior numero possibile di cittadini potrebbe rendere superfluo per molti un eventuale vaccino. Avremo il coraggio di andare avanti su questa strada o gli interessi dei colossi farmaceutici avranno ancora una volta la meglio?

Gianni Vannini - Blog politico
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