Uno che ancora ragiona...

25.08.2020

Trascorsi ormai alcuni mesi dall'inizio dell'emergenza è tempo di considerare gli eventi di cui siamo stati testimoni in una prospettiva storica più ampia. Se i poteri che governano il mondo hanno deciso di cogliere il pretesto di una pandemia per trasformare da cima a fondo i paradigmi del loro governo degli uomini e delle cose, ciò significa che quei modelli erano ai loro occhi in progressivo, inesorabile declino e non erano ormai più adeguati alle nuove esigenze. Come, di fronte alla crisi che sconvolse l'Impero nel terzo secolo, Diocleziano e poi Costantino intrapresero quelle radicali riforme delle strutture amministrative, militari ed economiche che dovevano culminare nell'autocrazia bizantina, così i poteri dominanti hanno deciso di abbandonare senza rimpianti i paradigmi delle democrazie borghesi, coi loro diritti, i loro parlamenti e le loro costituzioni, per sostituirle con nuovi dispositivi di cui possiamo appena intravedere il disegno, probabilmente non ancora del tutto chiaro nemmeno per coloro che ne stanno tracciando le linee. Quel che definisce, però, la Grande Trasformazione che essi cercano di imporre è che lo strumento che l'ha resa formalmente possibile non è un nuovo canone legislativo, ma lo stato di eccezione, cioè la pura e semplice sospensione delle garanzie costituzionali. In questo essa presenta dei punti di contatto con quanto avvenne in Germania nel 1933, quando il neo cancelliere Adolf Hitler, senza abolire formalmente la costituzione di Weimar, dichiarò uno stato di eccezione che durò per dodici anni e che di fatto vanificò il dettato costituzionale apparentemente mantenuto in vigore. Mentre nella Germania nazista fu necessario a questo fine il dispiegamento di un apparato ideologico esplicitamente totalitario, la trasformazione di cui siamo testimoni opera attraverso l'istaurazione di un puro e semplice terrore sanitario e di una sorta di religione della salute. Quello che nella tradizione delle democrazie borghesi era un diritto del cittadino alla salute si rovescia, senza che la gente sembri accorgersene, in un'obbligazione giuridico-religiosa che deve essere adempiuta a qualsiasi prezzo. E quanto alto possa essere questo prezzo, abbiamo avuto ampiamente modo di misurarlo e continueremo presumibilmente a farlo ogni volta che il governo lo riterrà nuovamente necessario. Possiamo chiamare "biosicurezza" il dispositivo di governo che risulta dalla congiunzione fra la nuova religione della salute e il potere statale col suo stato di eccezione. Esso è probabilmente il più efficace fra quanto la storia dell'Occidente abbia finora conosciuto. L'esperienza ha mostrato infatti che una volta che in questione sia una minaccia alla salute gli uomini sembrano disposti ad accettare limitazioni della libertà che non si erano mai sognati di tollerare, né durante le due guerre mondiali né sotto le dittature totalitarie. Lo stato di eccezione sarà ricordato come la più lunga sospensione della legalità nella storia del Paese, attuata senza che né i cittadini né, soprattutto, le istituzioni deputate abbiano avuto nulla da obiettare. Dopo l'esempio cinese, proprio l'Italia è stata per l'Occidente il laboratorio in cui la nuova tecnica di governo è stata sperimentata nella sua forma più estrema. Ed è probabile che quando gli storici futuri avranno chiarito che cosa era veramente in gioco nella pandemia, questo periodo apparirà come uno dei momenti più vergognosi della storia italiana e coloro che lo hanno guidato e governato come degli irresponsabili privi di ogni scrupolo etico. Se il dispositivo giuridico-politico della Grande Trasformazione è lo stato di eccezione e quello religioso è la scienza, sul piano dei rapporti sociali essa ha affidato la sua efficacia alla tecnologia digitale, che, come è ormai evidente, fa sistema con il "distanziamento sociale" che definisce la nuova struttura delle relazioni fra gli uomini. Le relazioni umane dovranno evitare in ogni occasione per quanto possibile la presenza fisica e svolgersi, come già di fatto spesso avveniva, attraverso dispositivi digitali sempre più efficaci e pervasivi. La nuova forma della relazione sociale è la connessione e chi non è connesso è tendenzialmente escluso da ogni rapporto e condannato alla marginalità. Ciò che costituisce la forza della trasformazione in corso è anche, come spesso avviene, la sua debolezza. La diffusione del terrore sanitario ha avuto bisogno di un apparato mediatico concorde e senza faglie, che non sarà facile mantenere intatto ed è probabile che i primi ad esserne consapevoli siano proprio i poteri dominanti, che, se non presentissero di essere in pericolo, non avrebbero certo ricorso a dispositivi così estremi e disumani. Ormai da decenni è in atto una progressiva perdita di legittimità dei poteri istituzionali, che questi non hanno saputo arginare che attraverso la produzione di una perpetua emergenza e del bisogno di sicurezza che essa genera. Per quanto tempo ancora e secondo quali modalità potrà essere prolungato l'attuale stato di eccezione? Quel che è certo è che saranno necessarie nuove forme di resistenza, a cui dovranno impegnarsi senza riserve coloro che non rinunciano a pensare a una politica a venire, che non avrà né la forma obsoleta delle democrazie borghesi né quella del dispotismo tecnologico-sanitario che le sta sostituendo.

Giorgio Agamben

Gianni Vannini - Blog politico
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