Uno che ancora ragiona...
Trascorsi ormai alcuni mesi dall'inizio dell'emergenza è
tempo di considerare gli eventi di cui siamo stati testimoni in una prospettiva
storica più ampia. Se i poteri che governano il mondo hanno deciso di cogliere
il pretesto di una pandemia per trasformare da cima a fondo i paradigmi del
loro governo degli uomini e delle cose, ciò significa che quei modelli erano ai
loro occhi in progressivo, inesorabile declino e non erano ormai più adeguati
alle nuove esigenze. Come, di fronte alla crisi che sconvolse l'Impero nel
terzo secolo, Diocleziano e poi Costantino intrapresero quelle radicali riforme
delle strutture amministrative, militari ed economiche che dovevano culminare
nell'autocrazia bizantina, così i poteri dominanti hanno deciso di abbandonare
senza rimpianti i paradigmi delle democrazie borghesi, coi loro diritti, i loro
parlamenti e le loro costituzioni, per sostituirle con nuovi dispositivi di cui
possiamo appena intravedere il disegno, probabilmente non ancora del tutto
chiaro nemmeno per coloro che ne stanno tracciando le linee. Quel che
definisce, però, la Grande Trasformazione che essi cercano di imporre è che lo
strumento che l'ha resa formalmente possibile non è un nuovo canone
legislativo, ma lo stato di eccezione, cioè la pura e semplice sospensione
delle garanzie costituzionali. In questo essa presenta dei punti di contatto
con quanto avvenne in Germania nel 1933, quando il neo cancelliere Adolf
Hitler, senza abolire formalmente la costituzione di Weimar, dichiarò uno stato
di eccezione che durò per dodici anni e che di fatto vanificò il dettato
costituzionale apparentemente mantenuto in vigore. Mentre nella Germania
nazista fu necessario a questo fine il dispiegamento di un apparato ideologico
esplicitamente totalitario, la trasformazione di cui siamo testimoni opera
attraverso l'istaurazione di un puro e semplice terrore sanitario e di una
sorta di religione della salute. Quello che nella tradizione delle democrazie
borghesi era un diritto del cittadino alla salute si rovescia, senza che la
gente sembri accorgersene, in un'obbligazione giuridico-religiosa che deve
essere adempiuta a qualsiasi prezzo. E quanto alto possa essere questo prezzo,
abbiamo avuto ampiamente modo di misurarlo e continueremo presumibilmente a
farlo ogni volta che il governo lo riterrà nuovamente necessario. Possiamo
chiamare "biosicurezza" il dispositivo di governo che risulta dalla
congiunzione fra la nuova religione della salute e il potere statale col suo
stato di eccezione. Esso è probabilmente il più efficace fra quanto la storia
dell'Occidente abbia finora conosciuto. L'esperienza ha mostrato infatti che
una volta che in questione sia una minaccia alla salute gli uomini sembrano
disposti ad accettare limitazioni della libertà che non si erano mai sognati di
tollerare, né durante le due guerre mondiali né sotto le dittature totalitarie.
Lo stato di eccezione sarà ricordato come la più lunga sospensione della legalità
nella storia del Paese, attuata senza che né i cittadini né, soprattutto, le
istituzioni deputate abbiano avuto nulla da obiettare. Dopo l'esempio cinese,
proprio l'Italia è stata per l'Occidente il laboratorio in cui la nuova tecnica
di governo è stata sperimentata nella sua forma più estrema. Ed è probabile che
quando gli storici futuri avranno chiarito che cosa era veramente in gioco
nella pandemia, questo periodo apparirà come uno dei momenti più vergognosi
della storia italiana e coloro che lo hanno guidato e governato come degli
irresponsabili privi di ogni scrupolo etico. Se il dispositivo
giuridico-politico della Grande Trasformazione è lo stato di eccezione e quello
religioso è la scienza, sul piano dei rapporti sociali essa ha affidato la sua
efficacia alla tecnologia digitale, che, come è ormai evidente, fa sistema con
il "distanziamento sociale" che definisce la nuova struttura delle relazioni fra
gli uomini. Le relazioni umane dovranno evitare in ogni occasione per quanto
possibile la presenza fisica e svolgersi, come già di fatto spesso avveniva,
attraverso dispositivi digitali sempre più efficaci e pervasivi. La nuova forma
della relazione sociale è la connessione e chi non è connesso è tendenzialmente
escluso da ogni rapporto e condannato alla marginalità. Ciò che costituisce la
forza della trasformazione in corso è anche, come spesso avviene, la sua
debolezza. La diffusione del terrore sanitario ha avuto bisogno di un apparato
mediatico concorde e senza faglie, che non sarà facile mantenere intatto ed è
probabile che i primi ad esserne consapevoli siano proprio i poteri dominanti,
che, se non presentissero di essere in pericolo, non avrebbero certo ricorso a
dispositivi così estremi e disumani. Ormai da decenni è in atto una progressiva
perdita di legittimità dei poteri istituzionali, che questi non hanno saputo
arginare che attraverso la produzione di una perpetua emergenza e del bisogno
di sicurezza che essa genera. Per quanto tempo ancora e secondo quali modalità
potrà essere prolungato l'attuale stato di eccezione? Quel che è certo è che
saranno necessarie nuove forme di resistenza, a cui dovranno impegnarsi senza
riserve coloro che non rinunciano a pensare a una politica a venire, che non
avrà né la forma obsoleta delle democrazie borghesi né quella del dispotismo
tecnologico-sanitario che le sta sostituendo.
Giorgio Agamben